Nel 1734 viene ricostruita l’antica chiesa medievale di San Biagio accanto al Castello, benché già ritenuta scomoda dai fedeli.
Non c’è una data certa per individuare la costruzione dell’antica chiesa di San Biagio, situata accanto al Castello. Alla fine del XII secolo viene citata fra le parrocchie dipendenti dalla pieve di Torre Maina, quindi è sicuro che la sua fondazione sia precedente. Come è sicuro che il terremoto del 1501 danneggia la struttura tanto quanto danneggia il Castello.
Quello che si sa con certezza, è che l’antica chiesa come la vediamo oggi è frutto di una ricostruzione completa datata 1734. L’anno esatto ce lo comunica una lapide posta all’esterno a ricordo del cantiere. Un’altra lapide, invece, testimonia l’aggiunta di ulteriori locali, benedetti nel 1762 dal Vescovo di Modena Fogliani. Ma nonostante queste novità, per la povera vecchia San Biagio le cose non girano nel modo giusto.
Già alla fine del ‘700 fanno capolino alcune lesioni strutturali. La causa è imputata alle modifiche della naturale pendenza del suolo causate dai lavori per la costruzione della Via Giardini, nel 1766. Inoltre, la chiesa si dimostra già piuttosto scomoda per i fedeli, soprattutto quelli più anziani o disabili, che si trovano a dover salire una ripida rampa per accedere alle funzioni. Comincia proprio qui a farsi strada l’idea di costruire una nuova chiesa più a valle, vicina all’abitato.
L’iniziativa muore ancor prima di concretizzarsi in veri progetti. L’invasione napoleonica, infatti, è dietro l’angolo e congela questi e altri piani. Una volta sconfitto Napoleone, dopo la Restaurazione del 1815, bisognerà comunque aspettare fino alla fine dell’800 per l’inaugurazione della nuova San Biagio, la cui costruzione viene portata avanti fra mille polemiche.
E l’antica chiesa? Rimane lì, sconsacrata, aggrappata al Castello. Quando il complesso castellano diventa proprietà dell’artista Giuseppe Graziosi, dal 1936 al 1942, la chiesa viene adibita a suo studio. Ci sono fotografie in cui i suoi interni settecenteschi compaiono punteggiati di statue e bozzetti. In tempi recenti, la sua struttura è stata ristrutturata e riadattata.
Bibliografia
Silvano Soragni, “Maranello, dal Castello Feudale… al Maestro Giuseppe Graziosi”, Artioli Editore, 2007