Nel 1969 Ferrari conclude un accordo con Fiat vendendo alla casa torinese buona parte del pacchetto azionario della Casa del Cavallino.
Se il 1963 è l’anno dell’accordo mancato tra Enzo Ferrari e Filmer Paradise della Ford, il 1969 è invece l’anno del contratto stipulato con Fiat. Le mire di Ferrari, infatti, guardano ai grandi nomi dell’Italia più che ai colossi d’oltreoceano. E con la Fiat, c’è un conto in sospeso che dura dal 1919.
Il primo accordo fra le due parti prevede la produzione di motori V6 a 65° destinati a vetture sia Ferrari, sia Fiat. Saranno le famose vetture Dino, chiamate con il nome del primogenito di Enzo Ferrari che, prima di morire prematuramente, aveva ideato e costruito quel tipo di motore.
Inoltre, nell’accordo del 1969 Fiat acquista il 50% del pacchetto azionario Ferrari e diritto di prelazione per prelevare il restante 40% alla morte di Enzo Ferrari, che avverrà nel 1988. Il 10% rimasto fuori resta a Piero, secondogenito di Enzo, cui spetterà la carica di vicepresidente. Con l’investimento Fiat prendono subito il via importanti iniziative in casa Ferrari, fra cui la costruzione della pista di Fiorano e l’espansione dello stabilimento di Maranello.
E così, alla fine, il Drake riesce a incrociare il suo percorso con quello di Fiat. Il primo tentativo risale, appunto, al 1919, quando un Ferrari ventenne si trasferisce a Torino per lavorare in Fiat, ma non viene selezionato. Da lì, il “conto aperto” con la casa madre italiana dei motori, finalmente sistemato cinquant’anni dopo, a Maranello, da un Ferrari diventato Costruttore famoso in tutto il mondo.
Bibliografia
Gianni Rogliatti, “Maranello, Ferrari e… la sua gente”, Edizioni del Puntografico, Comune di Maranello