Come accompagnare al meglio le due tipicità modenesi
Di crescentine e gnocco fritto abbiamo già parlato in maniera approfondita nei due articoli dedicati a queste prelibatezze del nostro territorio e vi abbiamo anche svelato le ricette segrete delle nostre rezdore per prepararle a regola d’arte. Essenza di tradizione e usanze contadine, crescentine e gnocco fritto offrono un’esperienza tipica modenese, tra semplicità e intensità di sapori. Vengono solitamente servite come antipasto o come piatto unico: ma con cosa è meglio accompagnarle per esaltarne davvero le caratteristiche?
Un tagliere di salumi da una parte, un cestino di gnocco fritto e uno di crescentine dall’altra e in mezzo una bottiglia di vino, rigorosamente rosso Lambrusco: ecco la tavola perfetta. Salumi si, ottima la mortadella, il prosciutto di Modena, la coppa e i ciccioli, ma non solo. Vediamo nel dettaglio cosa abbinare con ognuna di queste prelibatezza.


CRESCENTINE: GLI ACCOSTAMENTI MIGLIORI, TRA DOLCE E SALATO
Salumi del territorio quindi, che vanno d’accordissimo con il nostro antico pane tradizionale, ma la “vera” crescentina è quella accompagnata al pesto modenese, un trito di lardo di maiale, aglio e rosmarino, la cunza per intenderci, spolverizzato di parmigiano reggiano dop: così tagliate a metà, con il calore che scoglie bene il condimento, le crescentine sono davvero irresistibili. E poi formaggi, vanno benissimo quelli spalmabili come stracchino e squacquerone. Agli accostamenti abituali salati si aggiungono poi quelli dolci, come marmellata e crema di nocciola. Insomma, ce n’è per tutti i gusti, perché all’essenzialità degli ingredienti che compongono la crescentina modenese fa da contrappunto una versatilità unica, che rende questo tipico piatto una perfetta soluzione a pranzo, cena o anche in aperitivo.


GNOCCO FRITTO, ANCHE A COLAZIONE
Proprio così, gnocco fritto anche a colazione, perché una volta si mangiava soprattutto prima di andare a lavorare nei campi, per trovare l’energia necessaria ad affrontare il duro lavoro della terra. Oggi invece, se vogliamo servire questi quadrotti di pasta fritta a tavola, per una cena o prima di servire le altre portate, possiamo accompagnarli, come per le crescentine, con salumi e affettati, formaggi, verdure o sottaceti. E che fare di qualche pezzo rimasto, nella remota possibilità che questo accada? Ecco allora che possiamo rispolverare la tradizione senza accendere la padella con lo strutto di prima mattina: possiamo semplicemente riscaldare e inzuppare nel latte prima di andare in ufficio!


FICHI E ACETO : LA RICETTA SPECIALE DELLE NOSTRE REZDORE DI MARANELLO
Le nostre rezdore sono custodi di antiche storie e tradizione, ma anche e soprattutto di ricette speciali che ancora oggi stupiscono per la qualità dei sapori di una volta. Vediamo come cucinare i fichi con l’aceto balsamico tradizionale di Modena e arricchire così la già lunga lista di accompagnamenti perfetti per una tavola imbandita con crescentine e gnocco fritto.
Ingredienti
1kg Fichi
300 gr Zucchero semolato
Aceto balsamico tradizionale di Modena q.b.
Procedimento
Mettere i fichi (o bianchi e neri) in una padella, mantenendoli tutti dritti nello stesso verso
Cospargere con lo zucchero semolato
Lasciare riposare per una notte.
La mattina dopo, mettere la padella sul fuoco dolce e far scogliere lo zucchero, facendo bollire per circa 5 minuti. Poi spegnere il fuoco e lasciare raffreddare. Una volta completato questo passaggio, rimettere i fichi sul fuoco aggiungendo mezzo bicchiere di aceto bianco per caramellizzare. , muovono Muovere i fichi con un cucchiaio di legno stando attenti a non romperli. Questa fase avrà bisogno di circa un’ora a fuoco dolce. Travasare poi i fichi ancora caldi in barattoli di vetro e, una volta freddi , ricoprire con aceto balsamico tradizionale di Modena. Questa preziosa specialità si conserva e si serve a temperatura ambiente.

