Gnocco Fritto

Un classico della tradizione, che sia a pranzo, a cena o a colazione

GNOC FRÈTT, TRA CURIOSITÀ E STORIA 

Le origini “del” gnocco fritto, un vero classico della tradizione culinaria modenese, si ricollegano verosimilmente al periodo storico precedente alla caduta dell’Impero Romano d’Occidente, quando i longobardi arrivarono in Italia intorno al 568 d.C. La storia di questo piatto deve le sue radici alle contaminazioni barbariche in Emilia intorno al VI secolo, in un periodo storico che ha visto le popolazioni germaniche influenzare la gastronomia emiliana e non solo, in questo caso, con l’introduzione di uno degli ingrediente principali della sua preparazione, lo strutto. Questo particolare tipo di pane si è poi così diffuso nel territorio emiliano, fino a diventare un alimento fondamentale nelle colazioni e nei pasti invernali dei contadini locali più poveri. Lo storico arrivo dei longobardi in Italia ha così trasformato la tradizione culinaria emiliana, andando a contaminare gli ingredienti alla base dei diversi prodotti tipici della Regione Emilia Romagna.

 

Gnocc frettal gnocch frètt‘l gnoc: sono parecchie le versioni in dialetto per chiamare lo gnocco fritto, da disciplinare “il” gnocco fritto, variante diffusa più che altro nelle province di Modena e di Reggio Emilia, il piccolo ma gustosissimo bocconcino di pasta fritto servito caldo e fragrante. La ricetta originale è depositata alla Camera di Commercio di Modena e prevede sia ingredienti obbligatori che facoltativi. Secondo la Confraternita del Gnocco d’Oro, solo farina, acqua gassata, sale e strutto. Niente lievito, quindi: si gonfia naturalmente grazie all’effetto dell’acqua minerale gassata. Inoltre, niente olio nella frittura, ma solo strutto. In alcuni casi, è accettata l’aggiunta di uova o latte nell’impasto per ammorbidirlo: scoprite nella ricetta quali sono gli ingredienti segreti delle nostre rezdore di Maranello.

L’ORIGINALE MODENESE: LA RICETTA “DEL” GNOCCO FRITTO SECONDO LE REZDORE

“Il” gnocco fritto di Modena è diffusamente considerato come la variante più conforme alla versione originale, ed è spesso consumato in sostituzione del pane. Come abbiamo detto si tratta di una preparazione fatta da pochi semplici ingredienti come farina e acqua, ma c’è chi aggiunge all’impasto anche uova o latte; la pasta viene poi stesa con il mattarello e tagliata in rombi o rettangoli di circa 10-15 cm circa, che vengono fritti nello strutto bollente, consumati subito ben caldi o riscaldati a colazione e inzuppati nel latte la mattina dopo averli serviti ad una cena in compagnia di amici.

Nelle campagne di queste zone “il” gnocco fritto si faceva solo quando non c’era vento, condizione necessaria per la buona riuscita dell’impasto e per una frittura perfetta. La pasta si tagliava in tondi grandi dal diametro di circa 25 cm ai quali si faceva un buco al centro perché girassero meglio in padella. Poi si serviva a colazione, insieme ad un piatto di uova all’occhio di bue: era il mix perfetto che dava ai contadini la giusta energia per iniziare a lavorare i campi e mungere le mucche. I figli invece lo portavano a scuola per consumarlo come merenda insieme alla marmellata o lo cedevano ai figli dei signori che lo bramavano dando a cambio il loro panino.

Ingredienti per 6 persone
1 kg Farina 0

1 uovo

1 hg di stracchino

Acqua frizzante a temperatura ambiente

Per la frittura

Strutto q.b.

Procedimento per l’impasto
Versare la farina sullo spianatoio o in una ciotola nella classica forma a fontana, aggiungere l’uovo e lo stracchino e amalgamare. Impastare poi con acqua frizzante a temperatura ambiente fino ad ottenere un composto morbido ed elastico. Stendere con il mattarello e tagliare con la rotella in rombi o rettangoli di circa 10/15 cm, o in misura a piacere. 

Cottura 

Far sciogliere lo strutto in una padella bassa e larga, attendere che sia ben caldo. Tuffare i rombi e abbassarli con il mestolo sotto alla superficie per poi farli risalire e favorire così la gonfiatura. Lasciare cuocere circa due minuti: se i rombi si girano da soli, allora avete preparato “un” gnocco fritto a regola d’arte, al contrario, continuate ad esercitarvi con la nostra ricetta!

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